sabato 30 marzo 2024

"Un bevitore di vino", racconto di giugno 2023

 [Mio racconto scritto il 4 giugno 2023, a mezzanotte circa. Faceva caldo e non riuscivo a dormire.]


Un bevitore di vino

Una volta attraversate le pagine dei primi sei libri dell’Antologia di Heidelberg e le prime quattro centinaia e mezzo di epigrammi (più tre) del sepolcreto costituito dal settimo libro, si può trovare un componimento che così recita:



τὸν βαθὺν οἰνοπότην Ἐρασίξενον ἡ δὶς ἐφεξῆς 

  ἀκρήτου προποθεῖς᾿ ᾤχετ᾽ ἔχουσα κύλιξ.


Quel profondo bevitore, Erasisseno, l’hanno portato 

   via due coppe di vin puro trangugiate alla goccia.


L’Antologia dice che l’ha scritto Callimaco Cireneo, mentre Ateneo Naucratita non gliene attribuisce la paternità. Due grandi studiosi, uno della Cuiavia e l’altro tedesco, della città che fu fondata per seconda in Germania dopo Treviri, ritengono che no, non è proprio da Callimaco questo epigramma. L'elisione del participio nominativo προποθεῖσ[α] sulla cesura del pentametro, suvvia, ma scherziamo!¹ per me,² non c’è problema nel riconoscere che soltanto la mente di Callimaco se ne veniva fuori con dei giochetti del genere.


Filologia a parte, Erasisseno non è un un antico, e a dirla tutta non è nell’Ade che se ne sta oggi. Non perché l’aldilà non esista (Odisseo e Dante da qualche parte saranno pure andati per raccontare quel che videro ponendo le basi della moderna civiltà), ma perché a un certo punto ha avuto la fortuna di liberarsi perché qualcuno aveva lasciato il portone aperto. Voleva soltanto farsi un altro goccetto.

Dicono che ogni tanto, di venerdì, lo si possa incontrare al tavolino nell’angolo in fondo a destra nella sala principale dello Spring Wine Pub. 

Non ho mai avuto il coraggio di disturbarlo. Esistono tanti tipi di bevitore nel mio mondo: chi parte per superare il limite (di solito in questa categoria rientra chi ordina almeno un long island tra i primi 3 drink della serata), chi riesce a mantenersi leggermente ebbro idratandosi debitamente, chi non ha idea di quanto berrà, chi beve anche di giorno, chi beve soltanto per il gusto. 

Erasisseno, dal fegato assai forte sia in vita che dopo, è seduto là. Ha già adocchiato, sul menù,


1/4 L vino della casa      3 euro

1/2 L vino della casa      5 euro

1L vino della casa          7 euro


e ne ha approfittato per stupire il cameriere con una banconota da 20 e una moneta da 1 euro. Il cliente ha sempre ragione, ed ecco accontentato il profondo bevitore.


Infine non indugio, vado lì e mi siedo con lui. Non voglio entrare in competizione, ma ordino una caraffa anche per me, e inizio a bere insieme a lui.

Non ci mettiamo subito a ridere, non è davvero la serata adatta. Lo vedo che è stanco, molto stanco. 

“Sei stanco anche tu di vagare tra i vivi?”, gli dico come battuta.

“Ma no, quello mica mi pesa. È che ci mette davvero tanto a salirmi questo vino, e non ho troppi soldi con me. E penso che la mia carta di credito sia scaduta da un paio d’anni”.

Da giovane, quando iniziai a bere, pensai che il fegato era come un muscolo, che una volta che lo alleni riesce a fare cose sempre più grandiose. D’altronde, a un ragazzetto di 13 anni quattro calici di vino salgono molto facilmente se non lo mandano proprio ko, un uomo adulto può anche guidare in maniera tranquilla dopo la stessa quantità (anche se non andrebbe fatto, anche se stiamo parlando di un morto non promuoviamo comportamenti pericolosi e irresponsabili). Quindi, quanto sarà allenato il fegato di Erasisseno, che già duemila e passa anni fa era quel profondo bevitor di vino accoppato da quella duplice coppa d'a-kraton, di vino non-mischiato con acqua? 

Offro un altro giro triplo, e solo quando finisce di bere, riesco a dirgli perché sono lì con lui.

“Non sto riuscendo a iniziare a scrivere la mia tesi di laurea. Blocco dello scrittore, paura di non fare un bel lavoro, semplice pigrizia”.

“E perché hai dovuto scomodare un epigramma che forse non è nemmeno di chi si dice che sia?”.

Ricontrollo se la mia traduzione dell’epigramma sia perfettamente metrica. Rimando la fine di questo racconto a un altro giorno.




¹ Roba indegna dell'arte metrica di Call.

² Cfr. E. Livrea, Due epigrammi callimachei, «Prometheus», 15, 1989, pp. 199-202 = Id. 1993, pp. 95-100; G. Zanetto e P. Ferrari, Callimaco, Epigrammi, Mondadori, Milano, 2002, p. 101-102; A. Gullo e G. Paduano, Antologia Palatina. Epigrammi funerari (Libro VII), 2022, Edizioni della Normale, Pisa, 2022, p. 1154.

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