sabato 9 marzo 2024

Tre epigrammi: Filodemo, Callimaco, Asclepiade

I miei ultimi tre post su Instagram sono l'inizio di un esperimento: portare una forma letteraria breve su un social che favorisce la brevità (e l'immediatezza).
Ridurre l'epigramma greco a un genere caratterizzato solamente dalla brevitas è un peccato che non voglio commettere. Di sicuro, non lo voglio inquadrare come un prodotto "di consumo": non si tratta di ciò. Piano piano, vorrei sperimentare l'utilizzo delle immagini per tutti gli epigrammi che un lettore può immaginare iscritti sopra un oggetto, che si tratti di una tomba, di una mela, e, in ultimo, anche di uno stesso volume di papiro. 

Le traduzioni di Callimaco e di Asclepiade le avevo nel cassetto già da un paio d'anni, e dopo averle risistemate e aver donato loro una veste grafica accettabile, ho pensato che andava tradotto anche un epigramma amoroso un po' più carino, ma allo stesso tempo che offrisse diversi strati e livelli di lettura. Perché non tradurre qualcosa di quell'epicureo di Filodemo?

In futuro potrei pubblicare qui un po' di retroscena sulla traduzione e sulle mie scelte metriche e stilistiche, ma prima preferirei raccogliere un bel po' di materiale (e anche le reazioni dei miei tre lettori a questi post). Di norma, comunque, il distico elegiaco mi piace renderlo con un endecasillabo + due settenari. Finora, funziona anche senza trecentismi, barocchismi e contorsionismi linguistici troppo spaventosi per il lettore Instagram. 



E ora, un po' di bibliografia (sono semplicemente i testi che ho usato io, non è una bibliografia esaustiva ma la metto, come sempre, solo per trasparenza).

Per quanto riguarda Filodemo, obbligatoriamente:
  •    Marcello Gigante, Il libro degli epigrammi di Filodemo, Napoli, Bibliopolis, 2002.
Alle pagine 78-82 c'è il commento all'epigramma della mela, con relativa bibliografia (anche sul motivo del lancio della mela, a cui spero di dedicare almeno un video in futuro).

Per Callimaco:
  • Callimaco, Epigrammi, traduzione di Giuseppe Zanetto, introduzione e commento di Paolo Ferrari, Mondadori, Milano, 2002.
Per Asclepiade, devo essere sincero, non ricordo quale edizione usai, fu pur sempre due anni fa. Molto probabilmente fu o da Perseus (quindi ed. Paton, 1917) o dall'edizione Einaudi dell'Antologia Palatina.
  • Antologia palatina. Testo greco a fronte. Libri VII-VIII (Vol. 2), a cura di Filippo Maria Pontani, Einaudi, Torino, 2022.


Piccola nota. Non scrivo quasi mai a quale pagina ho letto una notizia perché credo che questa bibliografia possa essere d'aiuto quasi solamente per gli (scusate la parolaccia) addetti ai lavori. Non vuole essere un atteggiamento elitista o esclusivo, che sia chiaro. Questa bibliografia è soltanto per chi sa farsene qualcosa, non sono consigli di lettura (potremmo parlarne in futuro, si vedrà). D'altronde, se non carico su Instagram il testo originale delle mie traduzioni (né gli stessi riferimenti) è perché se c'è qualcuno a cui non c'è bisogno che io faccia conoscere queste cose, è proprio chi le conosce già. 

Valete.

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